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Come fare business con la cultura

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Come utilizzare arte e cultura in generale per lo sviluppo del territorio? L’errore più grande è quello di credere che creatività e bellezza siano destinati a pochi e lo dimostra l’iniziativa della Camera di Commercio di Catania che sulla mostra  “Idee, immagini e segni – Artisti a Catania 1950 1980”, allestita insieme ad “Antiquaria La Rosa”, ha anche organizzato iniziative legate alle potenzialità imprenditoriali dei più giovani. L’idea è quella di “allenare” i ragazzi a saper riconoscere nella cultura occasioni di investimento, imprenditorialità e sviluppo del territorio.

Nel salone camerale si è tenuto il primo workshop gestito da Rosario Faraci, presidente del corso di laurea in Economia Aziendale e presidente del CAPITT dell’Università di Catania. Faraci ha spiegato come avviare una start up e valutare la fattibilità del progetto d’impresa attraverso lo strumento del business model canvas.

“Sono di certo possibili iniziative imprenditoriali – ha detto il docente – anche nel campo della valorizzazione dei beni artistici e architettonici, delle attività museali e di intrattenimento. C’è la forte la necessità di considerare la cultura una risorsa da impiegare come attrazione attraverso i servizi di comunicazione e fruizione e il luogo fisico da commercializzare come destinazione. In questo modo anche per una grande città del Sud come Catania si possono aprire nuove opportunità di business nel comparto turistico e nei settori ad esso collegati, come quello dei beni culturali”.

L’incontro al quale hanno partecipato studenti di Scienze della Formazione e dell’Accademia delle Belle Arti (presenti anche alcuni docenti e il curatore della mostra, Giacomo La Rosa) non si è basato su concetti astratti ma su esempi concreti, puntando in particolare su casi d’eccellenza particolarmente noti ai giovani, e spesso legati a prodotti di largo consumo con accenti culturali: dai libri ai videogiochi.

Intanto la mostra “Idee, immagini e segni – Artisti a Catania 1950 1980” continua a registrare un ottimo flusso di visitatori: l’esposizione ospitata nella Sala delle Grida del Palazzo della Borsa, si può visitare sino al 5 maggio. Il  25 Aprile e il 1 Maggio la mostra rimarrà aperta, sempre gratuitamente, per l’intera giornata. Orari visita mostra: dal lunedì al venerdì dalle 16,30 alle 21; sabato e domenica dalle 9,30 alle 21.

E.UR


La sovrintendente del Bellini, Gari: “Non onoreremo impegni del Teatro”

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Sul taglio dei fondi ai teatri siciliani, interviene anche il sovrintendente del Teatro Massimo Bellini di Catania, Rita Gari: “Dal 1890 il Teatro Massimo “Vincenzo Bellini” di Catania produce musica, cultura, arte, bellezza. Il melodramma, tenuto in altissima considerazione in tutto il resto del mondo, viene paradossalmente trascurato e negletto proprio nel Paese in cui è nato. Soltanto in Italia si minaccia di far chiudere i Teatri e mandare allo sbaraglio migliaia di lavoratori del settore. Le notizie (che mi rifiuto di credere vere) – sostiene la Gari – di un contributo sul Bilancio Regionale per l’anno in corso (e quindi a stagione artistica 2013 inoltrata e naturalmente impegni presi) al Teatro Massimo Bellini di soli 3.9 milioni di euro contro i già insufficienti 16 milioni dello scorso anno lasciano sgomenti ed increduli”.

“Increduli, perché nessuno può dimenticare che il “Bellini” è un Ente Lirico Regionale – dice la sovrintendente Gari – dunque dalla Regione deve essere debitamente finanziato in modo da tutelare l’occupazione di centinaia di lavoratori ad alta specializzazione professionale e far si che il Teatro continui ad essere importante volano per lo sviluppo del turismo nella nostra Città e messaggero della nostra Isola nel mondo. Sgomenti, perché la musica, l’arte, la cultura non appartengono al superfluo di una società ma ai fondamenti stessi della democrazia”.

Nodo Catania, Toti Lombardo sposa la soluzione proposta dal Comune

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Una mozione all’Ars sulla modifica  del  raddoppio  della  tratta  Zurria  - Acquicella prevista dal  progetto  ’Nodo  Catania- interramento della stazione centrale’  è stata presentata dal deputato regionale Salvatore Toti Lombardo.
Il documento impegna il governo della Regione e l’assessore regionale alle Infrastrutture “ ad intraprendere ogni azione ed iniziativa  utile al fine di modificare il progetto Nodo di Catania  - interramento della stazione centrale nella parte  in cui prevede  il  raddoppio  della  tratta  Zurria  - Acquicella, attualmente  a  binario  unico,  secondo quanto richiesto dal Comune di Catania o,  comunque,  in modo da garantire una piena e totale salvaguardia del patrimonio artistico ed archeologico.
Il progetto riguarda 4 Km di tratto  urbano  e 15 km nell’area metropolitana di Catania della linea ferroviaria gestita da Rfi  s.p.a.   per l’interramento  della  linea  ferroviaria   tra Piazza Europa e Piazza dei Martiri  (inclusa  la  stazione centrale), il raddoppio della tratta Zurria-Acquicella  attualmente  a  binario   unico,   il trasferimento  a   Bicocca   di   impianti   ora   ad Acquicella, la ristrutturazione  della  stazione  di Acquicella, la riorganizzazione del polo manutentore   e dello scalo merci  di  Bicocca,  la  realizzazione  della bretella di raccordo con la linea  ferroviaria  Palermo – Catania,  nonché  la  realizzazione  delle fermate di Fontanarossa, Acicastello e Acireale.
Il CIPE ha già dato parere positivo alla  prima  fase   funzionale  dell’opera , per la quale è stata riconosciuta  la  compatibilità  ambientale,  soggetto  aggiudicatore Rfi spa.
Ma la realizzazione di un tratto di  galleria  monobinario  tra il  termine  dell’attuale  doppio  binario  (su  viadotto noto come archi della Marina) e la stazione di Acquicella – osserva Lombardo – “provocherebbe un inaccettabile  impatto sul patrimonio archeologico, monumentale e culturale  del centro storico, poiché  questo  prevede  cospicue demolizioni di fabbricati  storici,  scavi  in  zone  archeologiche  sensibili,  oltre   all’insostenibile  intrusione  visiva  per   la   realizzazione   delle barriere fonoassorbenti sul viadotto attuale.
L’esponente del Pds propone dunque, in linea con le osservazioni formulate non solo dall’amministrazione comunale ma anche dalla  Soprintendenza  ai  Beni Culturali   ed   Ambientali ,   che il tracciato  in  galleria   si   realizzi  a   sud  dell’esistente o, in  ogni  caso,  in  modo  da  non  intaccare le aree interessate  dalle  pregevolissime   preesistenze archeologiche, in quanto  l’area  tardo barocca di Catania, sin dal 2002, rientra nelle aree      Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.
“La  soluzione  - si legge nella mozione – potrebbe essere  quella  indicata e  proposta  dall’amministrazione  etnea  e  contenuta  nel  nuovo  Piano  regolatore per  un nuovo tracciato in galleria  a  doppio  binario,  da realizzare previo accordo con  l’Autorità  Portuale,  tra la Stazione Centrale  e  la  nuova  stazione  Santa Maria Goretti, con due nuove stazioni urbane,  oltre  alla    trasformazione     dell’attuale  stazione  Acquicella, in stazione di  tipo  metropolitano.  La  nuova galleria passerebbe a sud degli attuali  Archi  della Marina, sviluppandosi interamente al di  sotto  delle aree portuali e all’interno del  banco  lavico della colata del  1669,  senza  alcuna  interferenza  visuale  e  archeologica.  Essa  non   richiede   le      devastanti demolizioni dell’attuale progetto  e  non interferisce con gli edifici sovrastanti  poiché  si        sviluppa in suoli basaltici di notevole spessore”. Il progetto proposto  dal  Comune   di Catania comporterebbe una differenza di costo  di circa  114  milioni  di  euro  rispetto   a   quello   prospettato da Rfi ma – conclude Lombardo –   tuttavia,  alla  luce   dell’importo  complessivo  dell’intera   operazione,  tale   maggiorazione   può   ritenersi    più    che  ragionevole”.
E.UR

Catania, furto a Giurisprudenza E’ il terzo in dieci giorni

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E’ il terzo furto, in appena dieci giorni. Stavolta è stato un ladro solitario ad entrare a Villa Cerami (nella foto) sede della Facoltà di Giurisprudenza a Catania. In manette è finito un pregiudicato, originario del marocco, Bay Abdelilah, 40 anni, residente a Belpasso. I militari del Nucleo Radiomobile lo hanno sorpreso in via Gallo all’interno dell’edificio che ospita la facoltà mentre rubava un televisore 47 pollici del valore di circa mille euro. Il ladro è stato trattenuto in camera di sicurezza in attesa di essere giudicato con rito direttissimo.

Il 13 aprile i carabinieri in servizio nella zona, dopo la segnalazione del sistema d’allarme, avevano sorpreso in flagranza tre persone, tra cui un minore, mentre stavano rubando sette computer ed altro materiale informatico. La refurtiva è stata restituita al responsabile dell’istituto di formazione.

Un precedente colpo aveva fruttato un bottino di sette computer ed uno scanner.

L’agente penitenziario ‘infedele’ con il vizietto del poker

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Giuseppe Seminara, l’agente penitenziario catanese in servizio nel carcere di Bicocca, arrestato ieri con l’operazione “Fiori Bianchi 3’, aveva la passione per il poker e i video-giochi.

Ed è proprio per il vizietto del poker che venendo meno ai propri doveri di pubblico dipendente, avrebbe fornito un “concreto, consapevole e volontario contributo all’associazione mafiosa Santapaola agevolando la conservazione ed il rafforzamento delle capacità operative dell’associazione, all’interno delle mura carcerarie. E’ questo l’atto di accusa del gup Giuliana Sammartino nei confronti dell’agente infedele.

Ad accusare Seminara è il pentito Gaetano D’Aquino che ha individuato  un “poliziotto penitenziario del carcere di Bicocca” ed ha dichiarato che lo stesso “si prestava a fare favori” al clan “Santapaola” e, in particolare, “faceva entrare telefoni, champagne ed altro”. Agli atti dell’inchiesta è finita pure la valutazione del comportamento in servizio di Seminara, definito dalla direzione del carcere “non particolarmente brillante”.

Un esercito di pentiti ‘azzera’ la famiglia di Cosa nostra

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L’operazione dei carabinieri “Fiori Bianchi tre” aveva connotazioni molto più vaste, la procura distrettuale antimafia aveva chiesto 95 misure cautelari, ma il gip ne ha concesse solo 77. Il gip Giuliana Sammartino nell’ordinanza scrive che “dovendo decidere su un elevatissimo numero di posizioni, su vicende che si snodano su un ampio arco temporale, ed avendo rilevato che molti elementi indiziari si fermano ad un’epoca risalente” adotta criteri particolarmente rigorosi…”, ritenendo assenti le esigenze cautelari in tutti quei casi in cui gli elementi a carico di taluni indagati si fermano agli 2006-2007. E dunque venendo meno gli elementi presuntivi di allarme sociale”. L’operazione “Fiori Bianchi tre” si è avvalsa della collaborazione di un lungo elenco di penti a cominciare da Santo la Causa. Ecco chi sono i collaboratori di giustizia che hanno puntato l’indice contro i colonnelli e i picciotti del clan Santapaola.

Santo La Causa (nella foto) ha iniziato a collaborare con la giustizia nell’aprile 2012, durante la detenzione cui era sottoposto per aver partecipato con ruolo apicale alla famiglia di Cosa Nostra catanese fino all’ottobre 2009. Ha subito ammesso la propria responsabilità per omicidi in relazione ai quali non era stato mai sottoposto ad indagini, e per il duplice omicidio di Angelo Santapaola e di Nicola Sedici (per il quale egli era stato prosciolto nel corso dell’udienza preliminare Iblis). La Causa ha sempre avuto un ruolo significativo nei gruppi che hanno fatto parte della famiglia catanese di Cosa Nostra: dapprima, negli anni ’80, nel gruppo Ferrera (Cavadduzzi) e poi , a decorrere dal 1995, nel gruppo Santapaola. Nel periodo compreso tra la metà del 1998 cd il gennaio del 1999, ebbe l’ incarico di reggente della famiglia Santapaola – Ercolano ed il compito di riorganizzare il gruppo dopo le vicende legate all’esecuzione dell’operazione “Orione”. Nell’ultimo periodo di libertà – dall’agosto 2006 all’ottobre 2009 -, su mandato di Vincenzo Santapaola, figlio di Benedetto, il rivestì un ruolo apicale assieme a Vincenzo Aiello Vincenzo (che si occupava dei rapporti con gli imprenditori), ad Arcidiacono Francesco ed a Puglisi Carmelo ed il compito di riprendere le fila dell’organizzazione, restaurando le regole che erano state medio tempore disattese con particolare riferimento al controllo delle attività imprenditoriali ed al conferimento dei proventi alla bacinella comune. Il ruolo apicale di La Causa Santo ed il suo stato di latitanza sin dall’agosto 2007 facevano sì che egli limitasse i propri contatti con gli esponenti apicali dei gruppi operanti nel territorio, e che dedicasse la propria attenzione ai fatti che risultavano prioritari per la vita della organizzazione. Non a caso egli ha potuto ricostruire la struttura della organizzazione individuando i gruppi, i capi dei medesimi. le strategie complessive, i rapporti con le altre organizzazioni mafiose ed i delitti più eclatanti; laddove non ha potuto. di contro, fornire notizie precise in ordine agli organigrammi completi di tutti i gruppi operanti nella famiglia catanese di Cosa Nostra.

Ettore Scorciapino ha iniziato a collaborare con la Giustizia il 28 giugno 2006. Figlio del più noto Ninu ‘u Musterianchisi, un tempo organico al gruppo del Malpassolu ed, in particolare, alla squadra di San Giovanni Galermo, retta da Salvatore Grazioso ha svelato di aver fatto parte di più associazioni per delinquere di tipo mafioso; ed in particolare, dal 1994 al 1995, seguendo le orme del padre, era stato affiliato al clan del Mapassolu, mentre, dopo il pentimento di quest’ultimo, era entrato a far parte del clan Santapaola, con mansioni di comando del gruppo di San Giovanni Galermo”. Nel 2000, poi è transitato nel gruppo di Pietro Crisafulli (Petru mafiantica) reggente della frangia di “Lineri -San Giorgio”, e lo aveva diretto dal 2004 al 200″ (periodo nel quale il Crisafulli era detenuto). A metà dell’anno 2005, infine, a seguito di contrasti insorti con Angelo Santapaola, inteso Champagnedda, cugino di Benedetto Santapaola, era entrato a far parte del clan di Mazzei Santo, inteso ‘U Carcagnusu, e, in tale contesto, aveva diretto il gruppo di Belpasso (CT).

Salvatore Torrente ha fatto parte del gruppo del Villaggio Sant’Agata, ove ricopriva mansioni esecutive, sino al 2009. Si tratta di una collaborazione recente, maturata nel timore di subire ritorsioni a causa della violazione di una delle regole più ferree vigenti in seno a Cosa Nostra. Il 14 maggio 2009, infatti, Salvatore Torrente, inteso Turi ‘u Pisciaru, si presentava spontaneamente presso il comando provinciale dei Carabinieri di Catania e offri va la propria collaborazione in cambio di protezione, essendosi appropriato indebitamente di denaro spettante alla “frangia santapaoliana” di stanza nel quartiere di Villaggio Sant’Agata, nella quale aveva militato sin dal 2006. In tale contesto, forniva un concreto contributo per la ricostruzione degli asserti dell’associazione mafiosa, svelando i nomi di vecchi e nuovi affiliati, ed indicando una cospicua serie di estorsioni eseguite in danno dei titolari di attività commerciali operanti nel catanese. Forniva, da subito, prova della propria attendibilità, consentendo di rinvenire alcune pistole in dotazione al Gruppo del Villaggio Sant’ Agata.

Ignazio Barbagallo nei primi anni ’90 si affiliava al clan del “Malpassotu”, ed in particolare al Gruppo di Belpasso, facente capo a Stimoli Francesco (uomo d’onore, oggi ergastolano). Nel 2000, uscito dal carcere, transitava nel clan “Santapaola”, in seno al quale si occupava di distribuire gli “stipendi” agli affiliati del proprio gruppo e, nel tempo, diveniva responsabile del gruppo di Belpasso. Nel 2008 stabiliva stretti rapporti con Carmelo Puglisi e si occupava direttamente di curare la latitanza di quest’ultimo che, all’epoca era il responsabile del gruppo della “Civita”, e di Santo La Causa, all’epoca reggente della famiglia catanese di Cosa Nostra. Nel 2009 diveniva uomo d’onore e organizzava e partecipava a riunioni tra i due latitanti ed altri esponenti apicali della medesima organizzazione. Tratto in arresto nel blitz dell’ 8 ottobre 2009, decideva di recidere i legami con Cosa Nostra e collaborare con la giustizia, fornendo un contributo di elevato livello, particolarmente utile sia per la ricostruzione degli organigrammi dell’associazione, sia per la comprensione delle ragioni che avevano determinato l’innalzarsi della tensione tra la famiglia catanese di Cosa Nostra ed i clan dei Cappello e dei Carateddi. Ed il tentativo di questi ultimi di modificare in loro favore gli equilibri interni ai clan operanti nel catanese.

FiIippo Santo Pappalardo, inteso Pedichino, si è associato, da giovane, alla frangia santapaoliana del comprensorio di Paternò , retta da Domenico Filippo Assinnata, della quale, in un dato momento storico, diveniva il responsabile pro tempore, a causa dell’improvvisa carcerazione degli elementi più rappresentativi. Nella circostanza, egli si rapportava direttamente con gli esponenti della famiglia catanese di Cosa Nostra stanziati nella città di Catania, acquisendo, pertanto, conoscenze anche al di fuori dei confini paternesi. In tale contesto, il Pappalardo forniva un contributo di rilievo sia per l’individuazione di Cosa Nostra paternese e di altre “frange santapaoliane:’ operanti in alcuni quartieri catanesi, sia per l’individuazione di numerose ditte sotto estorsione. Le sue dichiarazioni, rese a decorrere dal 2009, presentano carattere d’intrinseca attendibilità e novità e sono state, per diversi profili, riscontrate dalle dichiarazioni degli altri collaboratori.

Salvatore Sciacca. La recente collaborazione dello Sciacca trae origine dalla necessità di tutelare la propria incoIumità, a seguito di contrasti insorti con Carmelo Piacente, esponente di rilievo dei Ceusi, consorteria mafiosa storicamente operante nel quartiere catanese Picanello, strettamente alleata del clan Santapaola – Ercolano. Il giovane Sciacca apparteneva, infatti, inizialmente proprio ai Ceusi, dai quali, non ancora maggiorenne, veniva impiegato per dar fuoco ai camion delle ditte che rifiutavano di sottostare all’ imposizione del “pizzo”, e per trasportare sostanza stupetàcente in particolare cocaina e marijuana. Nel 2005, dopo un periodo di detenzione si avvicinava alla frangia santapaoliana del quartiere Picanello e, in tale contesto, commetteva rapine, furti ed estorsioni. Ha iniziato a collaborare nell’agosto 2010.

Antonino Scollo, un tempo “soldato” del Gruppo di Lineri – San Giorgio, condannato, in secondo grado, alla pena di ventidue anni e sei mesi per l’omicidio di Michelangelo Domenico Loria e per tentato omicidio del fratello Francesco fatto avvenuto a Catania la sera del 28 febbraio 2007, decideva di collaborare nel luglio 2011 perché, a seguito dell’evento delittuoso sopra richiamato, non si sentiva sufficientemente tutelato dal clan Santapaola rispetto ai Carcagnusi, che pretendevano vendetta per la morte di Loria.

Goffredo Di Maggio ha iniziato a collaborare con la Giustizia il 30 giugno 2012, rendendo spontanee dichiarazioni al Pubblico Ministero al quale rappresentava di aver fatto parte prima del clan Mazzei e poi del gruppo mafioso dei Nizza, appartenente al clan Santapaola, e di voler collaborare con la Giustizia, rendendo dichiarazioni sui fatti criminali a sua conoscenza, ed in particolare, sulle piazze di spaccio catanesi facenti capo ai principali clan mafiosi della città. In data 12 luglio 2012 il Di Maggio ha riferito in ordine a numerosi episodi delittuosi e, tra l’ altro , in ordine all’omicidio di Giovambattista Motta, per il quale veniva emessa ordinanza di custiodia cautelare in carcere nei confronti di Musumeci Luciano.

Salvatore Viola ha iniziato a collaborare 12 giugno 2012, rendendo spontanee dichiarazioni al Pubblico Ministero, al quale ha rappresentato di far parte del gruppo mafioso di Turi Amato, appartenente al clan Santapaola e di voler collaborare con la giustizia , rendendo dichiarazioni sui fatti criminali commessi da elementi di spicco di Cosa Nostra catanese. Due giorni dopo, in sede di interrogatorio, il Viola confermava la propria volontà collaborativa, riferendo sul suo ruolo all’interno del gruppo di Turi Amato e, dopo l’arresto di questi , all’interno del gruppo dei Nizza, per conto dei quali si occupava di rifornire le piazze di spaccio catanesi, sotto il controllo del clan Santapaola. Sottoposto a misure urgenti di protezione con provvedimento della Commissione Centrale del 18 luglio 2012, il Viola riferiva che, nel periodo antecedente all’assassinio Angelo Santapaola, egli era stato molto vicino a quest’utlimo, frequentando il suo gruppo ristretto, formato tra gli altri, da Nicola Sedici, Filippo Crisafùlli, Giuseppe Gianguzzo, Alfio Diolosà e Luciano Musumeci. Tra i vari delitti riferiti , Viola mostrava di essere a conoscenza di numerosi fatti omicidiari, tra cui l’assassinio di Giovanbattista Motta, fatto per il quale veniva emessa ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Musumeci Luciano.

Giuseppe Mirabile, nipote di Santapaola Antonino (fratello di Santapaola Benedetto) reggente dell’organizzazione Santapaola nei primi anni del 2000, e fino alla data del suo arresto gennaio 2003, ha iniziato a collaborare con la Giustizia in data 25 settembre 2012. Le indagini eseguite sul suo conto, che conducevano all’emissione di ordinanza di custodia cautelare in carcere nei suoi confronti nel gennaio 20 12, hanno dimostrato che lo stesso, ancorché detenuto, manteneva un ruolo apicale nel proprio gruppo, dando direttive agli affiliati in libertà, tramite il fratello Paolo ed il padre Francesco, giungendo allo scontro con altri componenti della medesima famiglia, per preservare le proprie prerogative e competenze nella gestione delle attività criminose.

Paolo Mirabile, nipote di Santapaola Antonino (fratello di Santapaola Benedetto) e fratello di Giuseppe, ha iniziato a collaborare con la Giustizia nel novembre 2012, dopo l’esecuzione di un attentato, da parte di ignoti, in danno di una attività commerciale, un panificio, gestita da componenti della sua famigli a anagrafica (via Plebiscito). Le indagini eseguite sul suo conto, che conducevano al suo fermo nel gennaio 2012, hanno dimostrato che lo stesso aveva agito per conto del fratello Giuseppe, trasmettendo le sue direttive agli affiliati in libertà, e gestendo personalmente le delicate fasi dello scontro con altri componenti della medesima famiglia, per preservare le proprie prerogative nella gestione delle attività criminose.

I collaboratori appartenuti ad altre associazioni mafiose.

Eugenio Sturiale: esponente della famiglia catanese di (Cosa Nostra), è stato tratto in arresto e condannato nell’ambito del procedimento Orsa Maggiore, ove si è accertato che egli era prestanome di Santapaola Benedetto, con riferimento ai supermercati Superesse; è stato poi arrestato e condannato per quel reato (operazione Zefiro) laddove si è accertata la sua vicinanza a Roberto Vacante, genero di Salvatore Santapaola, fratello di Benedetto, ed agli altri familiari. Lo Sturiale, dopo essere stato arrestato nel novembre 2009, quale esponente deli gruppo Cappello, ha deciso di collaborare con la giustizia nel gennaio del 2010 e, in tale veste, ha spiegato di aver fatto parte della famiglia Santapaola fino al 2002; di essere poi, transitato nel gruppo Cappello; ed infine, nell’ultimo anno precedente il suo arresto, nel clan Laudani. Ha mmesso di essere stato vicino alla famiglia di Santapaola Salvatore e, in misura maggiore, del figlio Vincenzo (classe 56) sin dai primi anni ’90; di essere stato legato da un rapporto di amicizia, nell’ambito del quale si era prestato a fare loro da guardaspalle (era istruttore di arti marziali ed aveva il porto di armi) e ad eseguire delle incombenze che, tuttavia, non coinvolgevano il clan nel suo complesso: che si era intestato la Superesse per volere di Aldo Ercolano, fatto per il quale immediatamente dopo, nel 1993, veniva tratto in arresto. Era rimasto nel clan Santapaola nel periodo successivo, fino a quando le incomprensioni con Maurizio Zuccaro non lo avevano indotto a transitare in altro clan.

Carmelo Riso: partecipe dell’associazione mafiosa laudani fin dal 1988, alle dirette dipendenze di Alfio Laudani Alfio, era “specializzato” nel settore delle rapine, delle estorsioni e del traffico di armi. Nel 2004, all’uscita dal carcere di Giuseppe Laudani Giuseppe, figlio di Gaetano, si avvicinava a quest’ultimo e lo coadiuvava nella riorganizzazione del clan. In un breve periodo, reggeva pure le fila dell’organizzazione, maturando un’esperienza criminale di tutto rispetto. Riso Carmelo è stato arrestato nel 2009, e dopo qualche mese ha iniziato la propria collaborazione con la giustizia, rendendo complete dichiarazioni in ordine all’attività ed all’organigramma della associazione mafiosa della quale ha fatto parte.

Nazzareno Anselmi: Partecipe dell’associazione mafiosa “Laudani” fin dal 1999, alle dirette dipendenze di Laudani Sebastiano, classe 1983, e di Laudani Giuseppe, classe 1982, ha iniziato a collaborare nel febbraio 2010.

Mario Sciacca: affiliato al clan “Laudani” fin dal 2006, alle dirette dipendenze di Carmelo Pavone, detto Melo l’africano, ha avviato la propria collaborazione nel 2010, offrendo un prezioso contributo, soprattutto per la conoscenza dei “quadri di battaglia” delle frange operanti lungo le località nell’acese.

Giuseppe Laudani, figlio di Gaetano (quest’ultimo un tempo capo indiscusso dell’omonima consorteria mafiosa), ha retto le fila dell’associazione dal 1999 al 3 febbraio 2010, giorno in cui risulta aver rassegnato le sue prime dichiarazioni all’ Autorità giudiziaria. Il ruolo di vertice ricoperto nell’ambito della propria “Famiglia” gli ha consentito di confrontarsi, tra l’altro, con gli esponenti apicali dei “Santapaola” -tra i quali Angelo Santapaola e Vincenzo Aiello, con i quali ha rimodulato i termini dei reciproci rapporti, fino a condurli ad un livello di sostanziale parità.

Gaetano D’Aquino: artecipe dell’associazione mafiosa Cappello fin dal 1987, quando, appena sedicenne, si avvicinava a Rosario Litteri detto Saru da Civita ed a Francesco Giuseppe Viola, detto Berry White. Nel 2004, dopo un lungo periodo di carcerazione, nel corso del quale aveva modo di completare gli studi, ritrovava la libertà ed assumeva un ruolo di vertice nell’ambito dell’associazione mafiosa, in virtù dei rapporti privilegiati che lo legavano al “capo indiscusso” dell’intera cosca, Salvatore Cappello, del quale è “figlioccio”. Ha mostrato di possedere una vasta e precisa conoscenza del panorama criminale mafioso etneo. Ha vissuto, da protagonista, il periodo che va dal 2008 (momento in cui gli Squillaci di Piano Tavola e gli Strano di Monte Po si avvicinavano tramite Lo Giudice Sebastiano, al clan dei Cappello/Carateddi) all’ottobre 2009, allorché, con l’operazione “Revenge”, veniva assestato un duro colpo alle mire espansionistiche del clan, divenendo finanche “uomo d’onore” nel corso di una cerimonia tenutasi, il 23 gennaio 2010, all’interno del carcere di “Catania -Bicocca”, alla presenza di Giuseppe e Nicolò Squillaci, intesi Mattiddina, e di Alessandro Strano. A tal proposito, è stato accertato che, effettivamente, il 23 gennaio 2010n, Gaetano D’Aquino, Squillaci Giuseppe, Squillaci Nicolò Roberto Natale c Strano Alessandro si trovavano contemporaneamente detenuti presso la casa circondariale di “Catania -Bicocca”. D’ Aquino ha iniziato a collaborare con la Giustizia nel 2010 rendendo complete dichiarazioni in ordine all’organizzazione alla quale apparteneva, ai rapporti con gli altri gruppi mafiosi ed ai reati fine, accusandosi anche di omicidi in relazione ai quali non erano stati acquisiti in precedenza elementi a suo carico.

Cannizzaro, il faccendiere della mafia che aveva contatti con la Chiesa

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Va di fretta Giorgio Cannizzaro (nella foto) la mattina di un giorno qualunque di febbraio del 2003. Ben vestito, affabile, brillante, è però un po’ sbadato perché messo piede all’aeroporto di Catania, dimentica una borsa dal contenuto imbarazzante. Dentro pochi fogli: sono documenti di atti della Commissione d’ inchiesta Telekom Serbia, una scheda con foto del presidente di quella commissione Bicamerale, l’onorevole e avvocato Enzo Trantino, una copia della lettera di convocazione di Fabrizio Paoletti, l’avvocato che nell’inchiesta ha tirato in ballo Igor Marini, il gola profonda dello scandalo, e una fotocopia di una notizia di agenzia sullo stesso invito.

Quando Giorgio Cannizzaro si presenta per la restituzione della borsa, gli investigatori lo interrogano, lui non sa dare, o forse non vuole, dare spiegazioni agli investigatori che però sanno bene chi è quell’uomo in giacca e cravatta.

Dieci anni dopo rieccolo Giorgio Cannizzaro, un lungo curriculum criminale farcito di ottime frequentazioni, dagli imprenditori da convincere a pagare il ‘pizzo’ alternando modi alquanto rudi, a quelli più radical chic, ai politici, ai massoni, agli alti prelati. Con una sua specificità, quella di risiedere in pianta stabile a Roma. Lo tratteggiano come un faccendiere di alto bordo, i magistrati di Catania che per lui hanno chiesto ed ottenuto un ordine di arresto nell’ambito dell’operazione ‘Fiori Bianchi tre’. E’ il trade-union della mafia, quella più rude, e il mondo dell’imprenditoria, Giorgio Cannizzaro chiamato da Angelo Santapaola durante la sua reggenza della famiglia catanese di Cosa nostra, a tenere i rapporti più spericolati. E lui da Roma fa la spola abitando in pianta quasi stabile in un albergo sull’Etna, alla nuova Quercia, lontano da occhi indiscreti. Di lui parlano vecchie nuovi pentiti, tratteggiandolo come l’uomo dai solidi rapporti con la malavita di Gela e con le cosche palermitane, sul fronte criminale, ma capace di coltivare strette relazioni con il mondo imprenditoriale, dei massoni, e con esponenti delle istituzioni e della chiesa.

In città a Catania, Cannizzaro ha ottimi rapporti con un prete di Librino, un prete che spesso chiama al telefono. In una intercettazione emergono contatti tra Cannizzaro e il prete di Librino Salvatore Lo Cascio, il sacerdote  e padre spirituale di Pippo Ercolano. Tutti e due si danno appuntamento a Roma per incontrare un alto prelato, monsignor Ciani, uditore del tribunale della rota romana, per la definizione di una pratica di matrimonio da risolvere. Con Cannizzaro e i preti anche un massone molto noto a Catania proprietario di una casa di cura abbastanza conosciuta.

Attaguile non si candida: “Partiti arroccati nei vecchi schieramenti”

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Avrebbe voluto mettere in campo la sua esperienza per contribuire a rasserenare l’agone politico, ma  considera non maturo il clima per una candidatura che egli stesso aveva definito di “riconciliazione per il bene comune”. E cosìFrancesco Attaguile, già sindaco Dc nel 1984 e vice di Enzo Bianco nel 1988 agli albori della ‘Primavera di Catania’, non correrà alle prossime elezioni Comunali in programma nel capoluogo etneo il 9 e 10 giugno prossimi. L’ex dirigente generale del dipartimento uffici di Bruxelles e degli Affari extraregionali della Regione Siciliana rinuncia dunque alla suggestiva ipotesi di un suo ritorno alla guida dell’amministrazione di palazzo degli Elefanti.

“Mentre cresce l’esigenza di riconciliazione per il bene comune, convergendo su obiettivi e programmi largamente condivisi, a Catania – spiega l’avvocato di Grammichele - i partiti si arroccano ancora nei vecchi schieramenti contrapposti che da vent’anni paralizzano l’Italia o fuggono in una vuota protesta demolitrice. Ringrazio perciò tutti i cittadini ed amici accorsi numerosi, anche sulla rete, intorno all’ipotesi di mia candidatura per un auspicato superamento dei blocchi che tuttavia non sembra ancora possibile”.

Attaguile, come riportato da BlogSicilia, era stato sollecitato nei giorni scorsi da vari ambienti a scendere in campo per il superamento dei blocchi contrapposti ed il rilancio della città mediante l’internazionalizzazione. La sua candidatura avrebbe avuto una collocazione nell’area centrista di ispirazione cattolica, che avrebbe goduto anche del sostegno di alcuni componenti degli ordini professionali della città e dell’amicizia, che risale proprio ai tempi della Dc, del leader di Centro Democratico, Bruno Tabacci.

Attaguile attualmente è presidente dell’associazione “HUB SiciliaInternazionale” con la quale “continueremo ad operare – aggiunge – per attuare un progetto di sviluppo e solidarietà fondato sui valori e le risorse, soprattutto umane, dell’area mediterranea, della quale Catania e la Sicilia, se adeguatamente infrastrutturate, possono essere il cuore propulsivo, riposizionandosi nel nuovo scenario globale e sottraendosi così alla morsa del declino dell’Europa e della speculazione finanziaria”.


Otto macro aree per la città, le proposte di Catania 2.0 a Stancanelli

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Otto macro aree da cui partiranno le proposte programmatiche per Catania da rivolgere all’amministrazione comunale. E’ questo l’obiettivo del cartello generazionale Catania 2.0 che oggi ha aderito all’appello di Claudio Corbino, coordinatore dei movimenti civici Tutti per Catania, sostenendo la candidatura di Raffaele Stancanelli a sindaco del capoluogo etneo.

Stamani cento ragazzi, dai 18 ai 30 anni, al palazzo della Cultura di Catania hanno incontrato l’attuale primo cittadino e lo stesso Corbino rimarcando la necessità di ‘declinare a livello giovanile le prospettive per la città’.

“Le macro-aree individuate sono università e giovani, infrastrutture, urbanistica e trasporti, ambiente, sport, turismo, eventi e Legalità – dice Diego Cimino – ma ribadiamo fin da subito che questo cartello non è un contenitore di preferenze da barattare ma solo un osservatorio sui temi della città da una precisa prospettiva generazionale, la nostra”.

A margine dell’incontro, Stancanelli, ai giornalisti che gli chiedevano se questa sala ci fosse il nuovo Renzi del centrodestra ha risposto: “Il centrodestra ha bisogno non solo dell’esperienze degli attuali dirigenti, ma anche di rinnovarsi e dare la possibilità ai giovani, che rappresentano il futuro, di essere protagonisti. Personalmente ho detto che uno dei miei obietti qualora dovessi essere rieletto è quello di creare una nuova classe dirigente di trentenni che possa prendere le redini della città”.

Stancanelli, commentando i tagli alla cultura decisi dalla Regione durante la discussione del Bilancio è stato particolarmente duro: “Questi governanti la culturale la fanno solo a parole, poi tagliano drasticamente i fondi che servo a farla! – dice – Il teatro Bellini, ad esempio, si è visto decurtare sensibilmente le risorse destinate, noi come Amministrazione comunale abbiamo riqualificato questo luogo (il palazzo della cultura al cortile Platamone ndr). Spero ci ripensino altrimenti per la cultura catanese e più diffusamente siciliana saranno tempi durissimi”.

Le nozze Bianco-Udc E gli ‘auguri’ di Lino Leanza

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“Sono assolutamente soddisfatto che Enzo Bianco abbia avuto l’autorevole ‘investitura’ del Segretario regionale D’Alia e del commissario provinciale Cirolli. Sono convinto che daranno un contributo importante e determinante alla sua elezione”. Questo il commento, rilasciato a BlogSicilia, dal capogruppo dell’Udc all’ Ars, Lino Leanza in merito al sostegno ‘ufficiale’ del suo partito alla candidatura a sindaco di Enzo Bianco.

Difficile negare, dal tono delle delle sue parole, l’interpretazione del pensiero dello stesso Leanza che lascia ampiamente intendere una certa ironia dal sapore decisamente amaro e che apre una ‘crepa’ tutta interna all’Unione di Centro. Il tema del ‘contendere’, non va escluso, potrebbe essere quello relativo alla composizione delle liste da presentare in vista del voto elettorale catanese del 9 e 10 giugno.

Non è mistero, infatti, che Leanza puntava a liste civiche collegate al partito per alzare sensibilmente le percentuali di successo dello stesso Bianco, mentre il segretario regionale D’Alia e’ andato ‘dritto’ esclusivamente sul simbolo dell’Udc, assai bisognoso di rilanciarsi dopo i ‘magrissimi’ esiti del recente voto nazionale con l’abbraccio ‘mortale’ di Mario Monti.

Cosi’, sabato prossimo al teatro Abc di Catania (dove abitualmente va in scena il noto spettacolo ‘Insieme’ di Salvo La Rosa) in occasione della convention per ‘Enzo Bianco sindaco’, sarà molto ma molto difficile vedere tutto ‘Insieme’  il partito con lo stemma dello scudo crociato…

Parte la corsa di Caserta: festa di apertura di campagna elettorale

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Parte ufficialmente la corsa di Maurizio Caserta alla poltrona più alta di palazzo degli Elefanti. Domani, venerdì 19 aprile, un doppio appuntamento per l’apertura della campagna elettorale del candidato sindaco di Catania.

Il primo, alle 10.30, nella Cappella Bonajuto (via Bonajuto 7), dove il docente universitario terrà una conferenza stampa. Caserta, oltre a presentare ai giornalisti il logo della lista che lo sosterrà alle amministrative del 9 e 10 giugno, parlerà del metodo di governance  per la rinascita di Catania.

Il secondo appuntamento, in serata, alle 19, il Sal (via Indaco 25 ) ospiterà un evento itinerante… tra parole, suoni e danza, a sostegno della campagna elettorale.

E.UR

Variante al Pua della Plaia, disco verde del consiglio comunale

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Il Consiglio comunale di Catania nella tarda serata di ieri 17 aprile ha varato l’atto deliberativo per il grande piano di sviluppo del litorale sabbioso con infrastrutture e servizi a bassa densità turistico ricettiva. Obiettivo della variante sul Piano Urbanistico Attuativo “Catania sud”, approvata dall’assemblea cittadina senza voti contrari con 23 voti favorevoli e tre astenuti, è la riqualificazione ecocompatibile della Plaia attraverso la valorizzazione delle potenzialità dell’area, con la realizzazione di un sistema integrato di fruizione del litorale,di un parco costiero,una zona turistico-ricettiva, impianti sportivi,verde urbano e parcheggi.

Questi interventi,da realizzarsi mediante investimenti esclusivamente privati, rappresentano la strategia principale per avviare un processo di sviluppo capace di attrarre investimenti economici, promuovere una crescita economica e sociale, operare con incisività sul processo occupazionale.

In aula il piano di sviluppo della Playa è stato illustrato dal sindaco Raffaele Stancanelli che ha ripercorso i passaggi salienti dell’iter approvativo avviato con un a delibera del consiglio comunale del 2002, secondo le linee di massima del piano di sviluppo “Catania Sud, per lo sviluppo e l’occupazione” redatto nel 1998, evidenziando la grande importanza che l’Amministrazione Comunale annette al piano di sviluppo della Playa per rilanciare lo sviluppo turistico della Città”, è seguito il dibattito in cui sono intervenuti diversi capigruppo e consiglieri. Con la replica del sindaco , si è giunti alla votazione votazione finale registrando n l’espressione favorevole dei consiglieri di tutti i gruppi e l’astensione dei due presenti del Pd e quello di un consigliere del gruppo Misto.

“Si è scritta –ha detto Stancanelli- una pagina importante per la Città di Catania che finalmente garantisce una prospettiva seria di rilancio a una parte importante di Catania che da decenni attendeva un piano serio per l’accoglienza turistica. Ringrazio il consiglio -ha aggiunto il primo cittadino- perché in questa occasione ha mostrato grande attenzione allo sviluppo della Città grazie a un piano improntato alla legalità e alla salvaguardia dell’ambiente, valutando rigorosamente l’interesse pubblico ad adottare questo piano di sviluppo della Playa, destinata a diventare fiore all’occhiello di Catania”.

Lo scorso 27 giugno, i privati che nel 2009 avevano presentato il progetto “Stella Polare”, hanno sottoposto all’Amministrazione Comunale, chiedendo di farla propria, una nuova proposta finalizzata a rispettare le prescrizioni dell’Enac, localizzando in aree più lontane dallo spazio aeroportuale le funzioni non compatibili con il traffico aereo per rendere possibile la realizzazione del Centro Polifunzionale proposto dalla società Stella Polare. Per questo il sindaco Stancanelli, ottenuti tutti i pareri previsti, ha fatto predisporre con massima urgenza la variante al piano precedentemente approvato e ora adottato dal consiglio comunale

Il Centro Polifunzionale, da realizzare in un’area di circa 1.200.000 mq in dettaglio prevede l’inserimento di diversi elementi attrattori in un unico complesso urbanistico integrato:il Palazzo dei Congressi,il Palazzo delle Esposizioni,l’Acquario e il Parco divertimenti.

E.UR

Danza sportiva, ad Acireale la terza tappa della Coppa Sicilia

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La Danza Sportiva isolana si ritroverà il prossimo week end al Palasport “Consoli” nell’area sportiva del Tupparello di Acireale, con le gare della terza tappa della Coppa Sicilia 2013, della Fids (Federazione Italiana Danza Sportiva Comitato Regione Sicilia).

Le gare scatteranno domani sabato 20 aprile e si concluderanno nel primo pomeriggio di domenica. Questo nel dettaglio il programma della manifestazione: sabato, alle 13, inizieranno le danze Caraibiche e Carribean Show Dance, seguiranno poi le danze di coppia amatoriali con il Liscio Unificato, Ballo da Sala, Standard e Latino Americane. Domenica, con inizio alle 9.30, di scena le danze artistiche: Country Western, Accademiche e Orientali, seguiranno le danze Freestyle e Street Dance.

Tanti gli iscritti con atleti ballerini provenienti da tutte le province della Sicilia.

La Danza Sportiva è diventata un fenomeno sociale, che riesce a  coinvolgere a tutte le età, infatti, sul parquet acese vedremo atleti con una età variabile dai 6  a oltre i 62 anni.

E.UR

Il blues della Gai Bennici Band per rivivere i mitici anni 80-90

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Domani, sabato 20 aprile, al Ma – Musica Arte, il club di via Vela 6 a Catania, si ritorna come ogni terzo sabato del mese con i mitici Anni 80-90. Durante la serata dj set di Riccardo Marchese.

Il live sarà quello della Gai Bennici Band ovvero Gai Bennici chitarre, Angelo Spataro batteria, e Rosario Bevilacqua basso. Passionale ed esplosivo, capace di notevoli acrobazie sul manico della sei corde, il chitarrista agrigentino Gai Bennici è riconosciuto oggi dalla stampa specializzata come “uno dei migliori chitarristi blues d’Italia”. In attività dalla fine degli anni ’80 vanta un curriculum di prim’ordine, ha infatti diviso il palco con autentiche stelle del blues mondiale: S. Robertson, B.B.Morganfield, C. Banks, H.Brothers, C Musselwithe, E Floyd e la leggendaria Blues Brothers Band. Il suo stile gli deriva dagli insegnamenti dei maestri che lo hanno maggiormente influenzato come Albert Collins, Johnny Winter, Eric Clapton, i Three Kings, Steve Ray Vaughan ma anche chitarristi rock come Ritchie Blackmoore, Alvin Lee e Jeff Beck.

Hanno scritto di lui: “Il sound di Bennici è il blues: la sua vocazione musicale, il suo tormento, una passione irrinunciabile. Egli esprime la sua con coinvolgimento emotivo incontenibile, dichiarazione d’amore nei confronti del blues attraverso un potenziale sonoro che è tutto dentro la sua chitarra, a volte accarezzata e a volte strapazzata”.

La Gai Bennici Band si è conquistata negli anni un seguito di appassionati sempre crescente ed una buona considerazione da quanti in Italia si occupano di blues, grazie soprattutto ad una intensa attività live (100 concerti l’anno) ed alla pubblicazione dei cd “Room 209” del 1998,“Feel You So” del 2001, “Sounds Goods” ( raccolta del meglio del blues in Italia per l’etichetta discografica Crotalo International) del 2003, “Hot Blues Nights Live!” del 2006 e il dvd “In Concert” del 2007 prodotto da Antares Produzioni Video e “Blues To Drive Fellini Feel” del 2010 che hanno avuto ottime recensioni.

E.UR

Al Teatro Stabile di Catania la moderna “Antigone” di Parrella

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Forte del successo riscosso a Napoli, Bologna, Genova, Salerno, Torino, Roma, approda dal 23 aprile al 5 maggio al Teatro Ambasciatori di Catania l’’atto unico Antigone di Valeria Parrella con la regia di Luca De Fusco.

Interpreti dello spettacolo, ospite del cartellone del Teatro Stabile di Catania, sono Gaia Aprea, nel ruolo del titolo, Anita Bartolucci in quello di TiresiaFabrizio Nevola per EmoneGiacinto Palmariniil CorifeoAlfonso Postiglioneil GuardianoNunzia Schianola DetenutaPaolo Serrail LegislatoreDalal Suleiman,la Corifea.

Le scene sono firmate da Maurizio Balò, i costumi da Zaira de Vincentiis, il disegno luci è di Gigi Saccomandi, le musiche originali sono di Ran Bagno. Lo spettacolo è una produzione del Teatro Stabile di Napoli e Fondazione Campania dei Festival.

L’’autrice di Lo spazio bianco e Lettera di dimissioni, rilegge la tragedia di Sofocle consegnando alla figura mitologica nuove “ragioni del cuore” per cui battersi al cospetto delle leggi degli uomini. L’’amore per Polinice, che da tredici anni giace inerme “fuori le mura della vita”, vede Antigone rivendicare la liceità del gesto interdetto dalla legge e foriero di condanna: “liberare” le spoglie fraterne dai lacci di un destino crudele per consegnarle al degno riposo.

“”Questa – – dichiara Luca De Fusco – – è un’ Antigone che ho sentito subito necessaria; un testo che rilegge il mito con gli occhi di oggi spostando l’oggetto del conflitto su un versante contemporaneo ma riaffermando la questione centrale posta da Sofocle: la contrapposizione tra legge naturale e legge degli uomini”.”

Nel solco delle rivisitazioni del mito sofocleo – tra le quali a teatro si ricordano quelle storiche di Jean Anouilh del 1942 e di Bertolt Brecht del 1947, la quale ispirerà a sua volta quella del Living Theatre del 1967 – l’Antigone di Valeria Parrella attualizza le ragioni del conflitto innervando lo scontro fra legge e coscienza sul tema dell’eutanasia e del libero arbitrio. Mantenendo intatta la struttura dell’opera, con linguaggio alto e poetico la scrittrice napoletana affida al personaggio tragico un intenso discorso sulla vita, sul coraggio, su cosa significa essere partecipi del Diritto, oggi. Antigone di Valeria Parrella è pubblicato da Einaudi. Il 27, 28 e 29 novembre 2013 lo spettacolo debutterà a Parigi, al Théâtre National De Chaillot.

E.UR


Donne creative e artigiane in vetrina a Catania

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Donne creative, con grande spirito d’iniziativa, capaci di reinventarsi per far fronte alla crisi. Questo è il ritratto del pianeta femminile che esce da ”Donna”, la rassegna espositiva attualmente in svolgimento al centro commerciale “Porte di Catania”.

Un’ampia area della fiera è infatti dedicata all’artigianato locale, ovvero manufatti realizzati da donne che si sono reinventate un lavoro per far fronte alla difficile situazione economica. Così articoli per la casa, bigiotteria e oggettistica fatta a mano sono il frutto dell’iniziativa di donne intraprendenti che hanno preferito mettersi in gioco in una nuova attività.

“Sono tante le casalinghe in cerca di un lavoro per sopravvivere alla crisi – dice Francesca Saglimbene, una delle espositrici – così si cerca di mettere a frutto le proprie competenze. A casa realizziamo collane, borse, preziosi, quadri, decoupage che poi portiamo in fiera trovando l’interesse da parte dei visitatori. Un modo per far conoscere la nostra arte e creatività ma anche per arrotondare. Alcune di queste donne sono disoccupate o hanno perso il lavoro e si sono reinventate”.

Ma a “Donna” ci sono anche altre tematiche di stretta attualità. La donna di oggi, sicuramente emancipata e inserita in tutti gli ambiti sociali, resta tuttavia sempre più spesso vittima di un numero drammaticamente crescente di episodi di violenza. Proprio per porre l’attenzione su una questione tanto scottante, un’altra iniziativa della manifestazione riguarda un interessante corso di autodifesa per donne a cui è possibile iscriversi per prendere familiarità le tecniche semplici ma efficaci. Intanto proseguono tutti i giorni gli appuntamenti con le aree dedicate a stand, workshop, shopping, proposte, tendenze, consigli, curiosità, laboratori, incontri, sempre a disposizione di tutte le visitatrici, in attesa dei tanti eventi che caratterizzeranno il weekend. Primo fra tutti, il grande show di domenica durante il quale si svolgeranno le selezioni ufficiali di “Un sogno per il Cinema”, selezioni riservate a chi ha superato i casting dello scorso weekend. Bellezza e talento sfileranno per scegliere le fortunate che potranno accedere alla finale nazionale. Sempre domenica alle visitatrici sarà offerto un “percorso della bellezza” completamente gratuito. Coloro che si iscriveranno potranno godere dei più innovativi ritrovati in campo estetico.

Spazio, sabato, alla danza con l’esibizione di hip hop, ballo moderno e salsa della scuola “XN&P Dance Company”. Infine domenica si svolgeranno le selezioni “Italian Lab Talent”, un concorso nazionale che ha come obiettivo quello di valorizzare i talenti di età compresa fra i 5 e i 15 anni. Quindi ancora tanti appuntamenti fino al 21 aprile con la rassegna curata da Ad Maiora di Giuseppe Tringale con la direzione artistica di Angelo Pappalardo dell’associazione culturale Sikania Produzione Eventi.

E.UR

Acitrezza, conto alla rovescia per il Salone Nautico Mediterraneo

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I lavori per l’allestimento di Nauta sono cominciati: lì dove le Isole Ciclopi fanno da guardia all’Area Marina protetta di Acitrezza sarà di scena la nuova edizione del Salone Nautico Mediterraneo. Dal 30 aprile al 5 maggio oltre cento imbarcazioni di indubbio fascino ondeggeranno sulle acque della costa trezzota, donando un nuovo ed elegante profilo al Porto del borgo marinaro.

La conferenza stampa di presentazione è programmata per venerdì 26 aprile, alle 10.30, presso la Villa Fortuna di Acitrezza. Sole, mare e folclore sono gli elementi che accompagneranno i visitatori lungo il percorso espositivo, che si estende per quattro aree: il Palavip, il Palanauta, la vetrina delle imbarcazioni in acqua e la Marina Nauta, a cui si aggiungono due grandi tendostrutture montate sul piazzale dei parcheggi antistante la banchina. Il “Palavip” sarà il padiglione d’ingresso riservato alla nautica “deluxe”, il “Palanauta” ospiterà le imbarcazioni fino a 10 metri di lunghezza, mentre la “Marina Nauta”, formata da quattro pontili in acqua, proporrà barche a vela e a motore.

“Abbiamo concesso tutti gli spazi a disposizione nella planimetria del Salone – ha reso noto il direttore di Eurofiere Alessandro Lanzafame, anima dell’organizzazione di Nauta – questo lascia intendere la fiducia degli espositori nella qualità della manifestazione che da diciassette edizioni dimostra di saper cavalcare l’onda del successo, anche in momenti critici con quello che ha colpito il settore nautico italiano e internazionale. Numerose aziende sono rimaste in lista d’attesa, e sebbene questo ci rammarica, per certi aspetti lo consideriamo un segnale positivo della voglia di ripresa espressa dalle imprese siciliane e non solo. È un preambolo importante per i progetti futuri nel nostro territorio” ha concluso.

L’inaugurazione del Salone si preannuncia ricca di autorità istituzionali, dato che Nauta da diversi anni è considerata all’unanimità un contenitore culturale d’eccellenza per il dibattito sullo sviluppo regionale della portualità e dello shipping. In Nauta si rispecchia l’identità di una Sicilia che possiede 139 porti e 1500 chilometri di costa attrezzata, dunque le tematiche affrontate hanno risonanza in tutto il sistema italiano del settore.
Il Salone vanta il patrocinio della Regione Siciliana e del suo Assessorato al Turismo, dell’Area Marina protetta delle Isole Ciclopi, del Comune e della Proloco di Acicastello.

Per scoprire Nauta è possibile visitare il sito ufficiale www.salonenauticomediterraneo.it e il profilo Facebook “Nauta Salone Nautico”.

ve.fe

Mascalucia, il Comune amplia la raccolta differenziata porta a porta

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Da lunedì prossimo, 22 aprile, il Comune di Mascalucia procederà all’attivazione parziale dell’ultima tappa della raccolta differenziata porta a porta. L’Ufficio tecnico manutentivo dell’Ente, di concerto con la Mo.Se.Ma Spa (Mongibello Servizi Mascalucia) e con la Federconsumatori Mascalucia, estenderà il servizio nell’area nord-est, confinante con i Comuni di Nicolosi e Pedara, coinvolgendo più di 950 nuclei familiari.

Una vasta fetta di territorio sarà inclusa nel servizio tra cui: tutto il comprensorio a destra di Via del Bosco, di Via Caronda e delle traverse limitrofe; Via Antonello da Messina; Via Nino Bixio; Via Cimabue; Via Beato Angelico e tutte le traverse poste a nord di Via Belpasso-Pedara.

L’ampliamento della raccolta differenziata consentirà l’eliminazione progressiva dei cassonetti stradali. Gli utenti che riceveranno in comodato d’uso gratuito le attrezzature per la raccolta differenziata, avranno l’obbligo di esporle nei giorni e negli orari stabiliti, mantenendole ben pulite e chiuse ai fini della tutela della salute pubblica, dell’igiene e del decoro. Dovranno, inoltre, modificare in parte le loro abitudini, come separare sempre i rifiuti per classe merceologica, sciacquare con acqua bottiglie, flaconi di vetro e di plastica contenenti bevande o detersivi in cambio della diminuzione dell’inquinamento ambientale e del risparmio derivante dall’abbattimento del costo di conferimento in discarica.
Dall’inizio del servizio, attivato lo scorso settembre, nel Comune di Mascalucia è stato raggiunto il 30% di raccolta media al mese con un coinvolgimento di 90 mila utenze. Entro il mese di giugno la raccolta differenziata porta a porta sarà estesa a tutto il territorio mascalucese.
E.UR

Catania, rientra la protesta dei netturbini: riprende la raccolta

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E’ rientrata la protesta dei netturbini a Catania. Dopo l’incontro di oggi in Prefettura sta lentamente riprendendo la raccolta dei rifiuti in città. Ad incrociare le braccia erano stati solo alcuni dipendenti, una decina di netturbini, in ritardo con i pagamenti dello stipendio di marzo.

Sull’incontro di oggi in Prefettura e sulla vertenza tra Oikos, Ato rifiuti e Comune di Catania è intervenuto Maurizio Attanasio, segretario territoriale della Cisl etnea: “Quanto accaduto negli ultimi giorni anche a Catania è la conferma che il sistema dei rifiuti è saltato. Ogni giorno, in ogni comune della provincia, affrontiamo vertenze analoghe. La nostra preoccupazione è che il rimpallarsi le responsabilità tra amministrazioni comunali, società d’ambito e aziende, non consideri che ci sono in gioco migliaia di posti di lavoro, imprese sull’orlo del fallimento e la cittadinanza che viene privata di un servizio essenziale a fronte di salatissime tariffe. È urgente, quindi, che sia convocato un tavolo territoriale con tutti i soggetti interessati, seguendo anche precise linee di relazioni sindacali e industriali, e quindi riportare il confronto alla Regione Siciliana che non può lasciare da soli i comuni in questa vicenda”.

Per Maurizio Caserta, candidato sindaco di Catania: “Ciò che sta accadendo nelle strade di Catania è insopportabile. Da quanto vediamo in queste ore, si deduce che il sistema di gestione dei rifiuti non funziona come dovrebbe. Noi attraverso gli incontri con i cittadini abbiamo rilevato molti malfunzionamenti che denunceremo nei prossimi giorni. L’amministrazione comunale si adoperi al più presto per trovare una soluzione, che non sia solo a breve termine”.

 far-com

Catania, nuove linee Brt per altre zone della città

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Tre nuove linee di Brt, il bus rapido per collegare altre zone di Catania al centro città. Dopo l’avvio della tratta Due Obelischi- Stesicoro, presto altre quattro linee Brt uniranno i quartieri di Librino, San Giorgio, Zia Lisa, Cannizzaro, Nesima con il centro cittadino.

Oggi, nell’area del parcheggio scambiatore “Due Obelischi”, piattaforma operativa del nuovo bus rapido che collega la zona Nord con il centro storico della città, il sindaco di Catania Raffaele Stancanelli ha illustrato le nuove prospettive della mobilità cittadina dopo i positivi riscontri della linea Brt1.

“Siamo pronti ad allargare il Brt – ha detto il primo cittadino – ad altre direttrici di collegamento utilizzando gli altri parcheggi scambiatori con il centro città. Il Brt è un sistema che funziona per agevolare il traffico e per utilizzare finalmente dopo 10 anni i parcheggi scambiatori con la massima comodità”.

“Oggi – ha aggiunto Stancanelli – ho voluto provare personalmente il Bus rapido e ho ascoltato i passeggeri presenti. Ho impiegato poco meno di 18 minuti per raggiungere il centro e devo dire che molti cittadini hanno fatto i complimenti all’amministrazione comunale. Il monitoraggio tuttavia continua e siamo pronti a intervenire apportando i correttivi necessari”.

In cantiere c’è la realizzazione del Brt2 che collegherà il parcheggio di Nesima (che aprirà nei prossimi giorni), piazza Europa e la Stazione centrale, del Brt3 Fontanarossa, Librino, Zia Lisa e Stazione Centrale e del Brt 3A il parcheggio di Cannizzaro con il Centro città. 

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